IN UN ANNO 260 MILA UOMINI DELLE FORZE DELL’ORDINE IN VAL DI SUSA. NOTAV: “UNA MILITARIZZAZIONE SPROPOSITATA”

Si è conclusa oggi, giovedì 25 gennaio, una nuova udienza – la quarta – del maxi processo contro lo storico centro sociale torinese Askatasuna, lo Spazio Popolare Neruda e il movimento Notav valsusino. Sono 28 attivisti e attiviste accusati, tra le altre cose, di essere addirittura “un’associazione a delinquere“. La Procura – l’aggiunto Emilio Gatti e il pm Manuela Pedrotta – avevano prima contestato l’accusa di “associazione sovversiva”, poi rimodulata in “associazione per delinquere” da un primo intervento del tribunale del Riesame (poi annullato con rinvio dalla Cassazione).
L’udienza si è aperta con la lettura di una dichiarazione da parte delle/degli imputati che ha voluto sottolineare come l’inchiesta portata avanti da Procura e Questura torinese “producesse un ritratto caricaturale” delle lotte sociali a Torino e del movimento Notav.
Nel corso dell’istruttoria dibattimentale, vi è stato inoltre il controinterrogatorio in cui sono emerse le enormi spese statali per la militarizzazione dei cantieri dell’Alta velocità in Val di Susa: il picco ci sarebbe stato nel 2021, con l’impiego in totale di oltre 260.000 uomini, tra polizia, carabinieri e guardia di finanza. Con una media inconcepibile: oltre 700 unità al giorno. Il dato emerge dai documenti raccolti dall’avvocatura dello Stato, che rappresenta il ministero dell’Interno, costituto parte civile nel processo contro le realtà di movimento torinesi e valsusine.
Il contributo di Vincenzo del portale di movimento Infoaut. Ascolta o Scarica.